MODERAT – MODERAT II
(LP, CD) – 2013- MonkeyTown

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Secondo album del duo artistico format da ModeSelektor e Apparat in quel di Berlino e dei suoi muri che traspirano musica d’avanguardia (.. e birra).
Se “Bad Kingdom” ricalca l’epicità pop della corrispondente “Rusty Nails”(contenuto nel disco precedente), l’introduzione dei breakbeat 90 dona ai pezzi un fascino crepuscolare (la rilassatezza quasi chill-out di “Version”, i bei controtempi in “Ilona”), mentre la classicità techno lascia libero spazio alle straordinarie capacità di beat-maker di Apparat (la voragine e i contraccolpi ritmici di “Milk” e “Therapy”). Le movenze a metà fra downtempo e techno-pop dei pezzi cantati coniugano l’eleganza di ere e stili diversi, cercando un ideale incontro fra gruppi come Télépopmusik e Telefon Tel Aviv, raggiungendo vette altissime (lo splendore di “Let In The Light”, soul digitalizzato per “Gita”), lasciando per strada canzoni sincere e passionali, intrise di malinconia e mistero, mostrando un’anima profondamente romantica (la struggente “Damage Done”). E la conclusione “This Time”, abisso di silenzio e tappeti di synth affilatissimi, è la perfetta chiusura di un cerchio a cui è impossibile rimanere indifferenti.
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LORDE – PURE HEROINE 
CD 2013 – Universal Music

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Indubbiamente, una canzone come “Royals” ha tutto quello che serve per differenziarsi nell’attuale panorama mainstream. Andamento “singhiozzante”, beat hip-hop secco e tagliente, e un uso dei cori che per una volta esula dai classici cliché di starlette soul senza arte né parte: un bello schiaffo in faccia ai tragici motivetti delle varie dive pop attualmente impegnate a dominare le classifiche. E pure il secondo singolo, “Tennis Court”, non è da meno, con l’influsso del post-dubstep a farsi più netto e definito, e a costruire un battito sì nuovamente asciutto, ma capace di belle sviate soulstep e di una buona versatilità nell’accompagnamento.
Difficile stabilire se questo sarà l’ennesimo caso di one-hit wonder buona per una stagione e via, fatto sta che con questo singolo spacca-record, la signorina non sembra volersi annettere alla schiera delle carneadi del pop così facilmente. Con un carnet di influenze che vanno da Etta James a Lana Del Rey (influsso evidente soprattutto in un incedere abulico delle interpretazioni), passando per producer quali SBTRKT e Burial, la signorina non pare proprio essere ansiosa di gettare la spugna così presto. Le premesse per sventarlo, per quanto in piccolo, potrebbero già essere contenute in questo esordio.
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By | 2017-05-29T14:46:52+02:00 Dicembre 14th, 2013|News & Quality|0 Comments

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